Rovigo, la Casa di Cura formerà gli specializzandi dell’Università di Verona

Iannilli: “Riconoscimento di assoluto prestigio, i primi due neodottori frequentano già la corsia”. Prosegue  l’accordo con Trecenta per la riabilitazione di pazienti Covid dimessi dopo la fase acuta

 

ROVIGO – La casa di cura “città di Rovigo” formerà i medici provenienti dalla scuola di specializzazione in medicina fisica e riabilitativa dell’Università di Verona. “La casa di cura diviene così una delle sedi formative aggregate dell’ateneo scaligero e i neo laureati potranno frequentare le corsie dei nostri reparti per apprendere le tecniche da noi utilizzate nella riabilitazione – spiega il responsabile dell’area riabilitativa della casa di cura “Città di Rovigo”, Massimo Iannilli – La convenzione sottoscritta dalla “Città di Rovigo” con la scuola di specializzazione guidata a Verona dal professor Nicola Smania rappresenta per noi un riconoscimento di assoluto prestigio e i primi due  specializzandi hanno già iniziato la frequenza”. La “Città di Rovigo” ha quindi soddisfatto tutti i requisiti qualitativi e dimensionali richiesti dall’ateneo scaligero per finalizzare la convenzione.

“Sono 800 i ricoveri ogni anno in area riabilitativa della casa di cura e settimanalmente vengono “gestiti” circa 70 posti letto – sottolinea  Paolo Boldrini, medico fisiatra  e consulente scientifico della casa di cura di via Falcone e Borsellino – Prosegue poi la collaborazione tra l’Ulss 5 polesana e la casa di cura, già attiva dagli inizi dell’ emergenza Covid, in virtù della quale i pazienti dimessi dal Covid hospital di Trecenta che necessitano di riabilitazione vengono presi in carico da noi per essere messi in condizione di far rientro al domicilio”.

Ad oggi sono 50 i pazienti Covid provenienti da Trecenta e curati in via Falcone e Borsellino con risultati molto positivi in termini di recupero e che verranno monitorati nel prosieguo del tempo. “La collaborazione con l’Università di Verona – conclude Iannilli – si articola anche sul piano scientifico e didattico con due specifici progetti: uno sulla riabilitazione post ictus, l’altro con l’attivazione di un ciclo di seminari su tematiche riabilitative offerti anche ai medici specializzandi come formazione supplementare del loro percorso curriculare”. Seminari che, unitamente ad un’altra serie di incontri e corsi di interesse riabilitativo segnano la ripresa delle attività in presenza dopo la forzata interruzione dovuta alla pandemia.

 

Articolo di Giovedì 10 Febbraio 2022