Rovigo

Ha preso il via in casa di cura “Città di Rovigo” il servizio di riabilitazione dedicato ai pazienti che, ormai negativizzati, sono usciti dalla fase acuta dell’infezione da Covid-19. “Si tratta di un progetto che trae origine dalla collaborazione con l’Ulss5 polesana e in particolare con il Covid hospital “San Luca” di Trecenta – spiega Paolo Boldrini, medico consulente fisiatra della casa di cura di via Falcone e Borsellino e segretario generale di Esprm (Società Europea di Medicina Fisica e Riabilitativa) – Comunemente si pensa che i disturbi generati dal Covid-19 siano di natura respiratoria, ma ciò è vero solo in parte. Molte altre sono le conseguenze dell’infezione: debolezza muscolare, paralisi degli arti superiori o inferiori, disturbi cardiocircolatori, difficoltà a compiere sforzi, disturbi di memoria e concentrazione. E disturbi di carattere psicologico come depressione e ansia legati alla lunga ospedalizzazione”.

 

Il progetto prevede una valutazione preliminare dei fabbisogni riabilitativi della persona che viene poi presa in carico da un’equipe multidisciplinare di oltre 20 professionisti composta da medici fisiatri e altri medici specialisti, fisioterapisti, logopedisti,  psicologi, terapisti occupazionali, infermieri e operatori socio sanitari specializzati in riabilitazione. “Il progetto ed i relativi protocolli riabilitativi sono stati concordati con il direttore dell’unità operativa di pneumologia dell’ Ulss 5 Polesana, Gian Luca Casoni, e con i colleghi fisiatri di Trecenta che seguono i pazienti nella fase acuta di infezione – prosegue Boldrini –  Il servizio è in grado di prendere in carico, in una apposita area dedicata della casa di cura, fino ad un massimo di 20 pazienti, in gran parte provenienti da Trecenta, ma anche da altri ospedali, come Adria e Rovigo”. “I pazienti finora presi in carico sono spesso soggetti obbligati a letto per lunghi periodi e circa 1/3 di loro ha subito una tracheostomia –  aggiunge Tania Sogoian, medico fisiatra – Circa la metà, inoltre, richiede ancora ossigenoterapia, motivo per il quale è stata allestita una palestra che ne consente la somministrazione. L’età media è di circa 65 anni: nove su dieci erano affetti da patologie pregresse ma godevano comunque di una completa autonomia che improvvisamente è sparita costringendoli ad un letto di ospedale”.

 

Il percorso riabilitativo, che in parte inizia già presso il “San Luca” di Trecenta, ha una durata variabile, in casa di cura, da due a quattro settimane. Il progetto è stato messo a punto nel giro di due settimane e i primi pazienti sono stati presi in carico già a metà gennaio: alcuni sono oggi già in procinto di essere mandati a casa. “Si tratta di una situazione del tutto nuova per la riabilitazione, non solo per Rovigo – conclude Boldrini – ma a livello nazionale e mondiale dove sta emergendo questa esigenza terapeutica, tant’è che è la stessa organizzazione mondiale della sanità a considerare una priorità la riabilitazione post Covid”.

Articolo di Giovedì 4 Febbraio 2021